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USA infuriati con la Turchia PDF Stampa E-mail
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Notizie - Politica
Sabato 08 Giugno 2019 19:31

Federico Giuliani 
8 GIUGNO 2019

Il pragmatismo della Turchia in politica estera è uno dei pilastri fondamentali del governo di Recep Tayyip Erdogan. Ankara fa parte della Nato, dialoga con l’Occidente e sogna l’ingresso nell’Unione Europea, ma allo stesso tempo flirta con quelli che considera nemici, in particolare con la Russia, e fomenta l’islam più radicale. Il caso più emblematico che ben descrive questa situazione riguarda gli accordi militari stipulati da Erdogan, che ha ottenuto i jet F-35 dagli Stati Uniti e molto presto acquisterà i sistemi antimissilistici da Mosca. Questo è il pomo della discordia che mette a repentaglio le relazioni diplomatiche fra il governo turco e Washington.

La furia degli Stati Uniti

Gli Stati Uniti sono stati chiarissimi: o la Turchia cestina gli accordi già presi con la Russia per i sistemi antimissilistici S-400, oppure tanti saluti ai cacciabombardieri F-35. Il motivo è presto detto: l’acquisto degli S-400 comporta il rischio che i consulenti russi possano trovarsi a stretto contatto con gli aerei da guerra statunitensi, dotati di una tecnologia stealth segretissima. Un bel guaio per Ankara, che aveva già trovato l’intesa con la Russia, sia dal punto di vista economico (i pagamenti sono ok), sia da quello operativo (i tecnici turchi sono stati istruiti a dovere).

Armamenti russi per la Turchia

Nei prossimi due mesi la Russia sarà in grado di fornire gli S-400 alla Turchia. Erdogan deve tuttavia scegliere da quale parte schierarsi: questa volta uscire allo scoperto è inevitabile. Il camaleonte deve scegliere un colore e mantenerlo, almeno per quanto concerne l’ambito militare. Gli Stati Uniti hanno trasmesso la loro posizione ad Ankara mediante una lettera, sottolineando come le due tecnologie militari siano tra loro incompatibili.

Il piano B di Erdogan

Erdogan potrebbe irritarsi a sua volta e mandare al diavolo il patto con gli Usa. Se Washington dovesse farla troppo lunga perla vendita degli F-35, la Turchia ha pronto il piano B: i caccia russi Su-57. In questo caso tutti gli armamenti del Sultano sarebbero Made in Russia e i ponti militari con la Casa Bianca crollerebbero di botto. A rimetterci sarebbe la Nato, perché le mosse di Erdogan a quel punto diventerebbero imprevedibili e potrebbero pure ledere gli stessi interessi dell’Organizzazione.

Le radici delle tensioni fra Ankara e Washington

La sensazione è che la Turchia cercasse il pretesto adatto per allontanarsi dagli Stati Uniti. Le radici della tensione fra Ankara e Washington sono più profonde di quanto si possa pensare. Il leader Fetullah Gulen, accusato dal governo turco di aver organizzato il colpo di Stato del 2016, si trova in territorio americano. Erdogan è rimasto deluso dal comportamento di Trump, perché il Sultano sperava che The Donald gli consegnasse l’ostaggio; invece niente da fare. C’è poi da considerare il capitolo legato ai curdi siriani, alleati degli americani contro l’Isis ma considerati terroristi dai turchi. Erdogan sogna di trasformare la Turchia in una potenza globale, e per questo non bada a spese: chiunque può essere un alleato oggi ma diventare un nemico domani. Ma gli Stati Uniti non intendono essere presi in giro da nessuno.

Fonte: https://it.insideover.com/politica/accordi-militari-erdogan-russia-stati-uniti-turchia.html

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Ultimo aggiornamento Sabato 08 Giugno 2019 19:33
 

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