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Giovedì, 28 Marzo 2024
Traffico di rifiuti: arresti, perquisizioni e sequestri a Livorno PDF Stampa E-mail
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Notizie - Regione Toscana
Venerdì 15 Dicembre 2017 23:38

Il Codacons si costituirà parte offesa. Sinistra Italiana deposita un'interrogazione in Parlamento: "In Toscana è' necessario intensificare la lotta"



Stamane, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, i Carabinieri Forestali della Toscana e dei Gruppi di Chieti, Bologna, La Spezia e Cuneo, hanno eseguito un’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Firenze dr. Pezzuti, applicativa della misura degli arresti domiciliari nei confronti di sei indagati e di misure interdittive. I militari stanno perquisendo abitazioni, sedi legali e discariche di diverse persone fisiche e società operanti nel settore dei rifiuti, procedendo al sequestro di documenti e materiale informatico. In provincia di Livorno è stato inoltre eseguito il decreto del Giudice per le indagini preliminari fiorentino, di sequestro preventivo di tutti i beni aziendali di due importanti società operanti nel settore dei rifiuti. L’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari, oltre ad aver applicato le misure cautelari coercitive, ha disposto l’interdizione per un anno da qualsiasi attività professionale inerente il settore dei rifiuti per altri cinque indagati che attualmente rivestono cariche apicali presso importanti impianti di trattamento, discariche e società di trasporto rifiuti. Per l’esecuzione di questa complessa operazione sono stati impegnati circa 150 Carabinieri del Comando per la tutela forestale in servizio in Toscana e nelle province di Chieti, Bologna, La Spezia e Cuneo. L’attività d’indagine, iniziata dall'ex Corpo forestale dello Stato nel marzo 2015 per conto della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, è stata coordinata dal dr. Ettore Squillace Greco ora affiancato dal Dr. Giulio Monferini e si è svolta con collegamento di indagini tra le Procure di Firenze e di Livorno. Contestati i reati di traffico di rifiuti, associazione per delinquere truffa aggravata ai danni della Regione Toscana. L’attività illecita, oltre che nel territorio toscano, in particolare nella provincia di Livorno, ha anche riguardato le regioni Abruzzo, Emilia Romagna, Liguria e Piemonte.

La Sen. Alessia Petraglia e l'On. Stefano Fassina di Sinistra Italiana - Liberi e Uguali commentano così l'ennesima vicenda giudiziaria che ha coinvolto numerose aziende, tra cui alcune anche a partecipazione pubblica, in un sistema di traffico e smaltimento di rifiuti, anche molto pericolosi, che ha toccato alcune zone della Toscana e di altre Regioni.Secondo gli inquirenti sarebbero state smaltite abusivamente in due discariche della provincia di Livorno, tra il 2015 e il 2016, circa 200 mila tonnellate di rifiuti che avrebbero prodotto profitti illeciti per 26 milioni di euro, omettendo tra l'altro di versare 4,3 milioni di euro di ecotasse alla Regione Toscana. Rifiuti speciali, in alcuni casi pericolosi e nocivi e talvolta provenienti dall'estero, venivano miscelati con altri e mascherati come ordinari, per abbattere i costi di smaltimento; tra i rifiuti che arrivavano in discarica materiali nocivi come stracci imbevuti di sostanze tossiche, filtri olio motore e toner e rifiuti ferrosi o legati al comparto delle acciaierie."Non solo siamo in presenza di una truffa a danno delle istituzioni ma di un grave reato per l'ambiente e per la salute umana che, come istituzioni, bisogna combattere ad ogni costo. Per questo motivo - concludono Petraglia e Fassina - depositiamo al Senato ed alla Camera un'interrogazione al Ministro della Giustizia ed al Ministro dell'Ambiente per sollecitare maggiori controlli e anche per fare chiarezza sulla vicenda in questione che coinvolge aree e realtà produttive già in grandi difficoltà occupazionali e sociali come quelle delle Acciaierie di Piombino".

Il Codacons si costituirà parte offesa in rappresentanza della collettività nell’inchiesta sul traffico illecito di rifiuti in Toscana: “Si tratta di una vicenda gravissima perché riguarda in modo diretto la salute dei cittadini – spiega il presidente Carlo Rienzi – Se troveranno infatti conferma le accuse relative allo smaltimento illecito di rifiuti pericolosi, addirittura collocati vicino alle scuole, si configurerebbe un vero e proprio attentato alla salute pubblica, messa a repentaglio al solo scopo di ottenere maggiori profitti”. “Per tale motivo il Codacons ha deciso di costituirsi parte offesa nell’inchiesta e, se si arriverà a processo, chiederà nei confronti dei responsabili degli illeciti un maxi-risarcimento per i danni ambientali e per i rischi sanitari fatti correre alla popolazione – prosegue Rienzi – La nostra associazione sta inoltre studiando una possibile azione collettiva per conto dei cittadini toscani, con particolare riferimento a chi abita vicino alle discariche coinvolte e alle famiglie i cui figli frequentano le scuole al centro delle intercettazioni emerse oggi”.

Fonte:
http://www.nove.firenze.it/traffico-di-rifiuti-pericolosi.htm

 
 

Redazione Nove da Firenze


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