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Notizie - Politica
Lunedì 27 Marzo 2017 21:38

Ufficio stampa del Senatore Claudio Micheloni
Presidente del Comitato per le Questioni degli Italiani all'Estero 
Senato della Repubblica - Palazzo Madama - 00186 Roma
 
Comunicato stampa
Interrogazione urgente a risposta orale in Commissione III ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dell'Economia e delle Finanza
 
Il senatore Claudio Micheloni ha depositato giovedì 23 marzo in Senato un’interrogazione urgente indirizzata ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dell'Economia e delle Finanza riguardante il piano di razionalizzazione del patrimonio immobiliare dello Stato Italiano su territorio estero, annunciato dal Governo nel maggio 2014 nel generale indirizzo della Spending Review e inserito nuovamente nel bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019 (Accantonamento di ricavi derivanti dalla dismissione d’immobili all’estero). 
Nella sua interrogazione, il senatore Micheloni chiede di sapere cosa prevede il piano di razionalizzazione del patrimonio immobiliare elaborato dell’Agenzia del demanio e dal decreto del MAECI sugli immobili da dismettere, e quali siano gli immobili individuati. 
Considerato che le Associazioni e gli organi di rappresentanza degli italiani all'estero sono interessati in alcuni casi a riacquistare il patrimonio immobiliare, il senatore Micheloni vuole sapere dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale se, in fase di elaborazione del piano di razionalizzazione, ha audito queste Comunità al fine di evitare forti opposizioni da parte loro, e se ha previsto un prezzo favorevole nel caso in cui questi rappresentanti delle comunità vogliano acquistare gli immobili. Queste Comunità italiane, secondo il senatore Micheloni, meritano un giusto riconoscimento perché in alcuni casi hanno collaborato economicamente e con forza lavoro alla nascita del patrimonio immobiliare dello Stato all'estero.  
Infine, nell'interrogazione, il senatore Micheloni suggerisce di utilizzare la quota del 30 per cento dei proventi delle operazioni di dismissione, oltre che per il rifinanziamento della legge n. 477 del 1998, finalizzata alla ristrutturazione, restauro e manutenzione straordinaria degli immobili del demanio italiano ubicati all’estero, anche per mantenere una presenza stabile per la Comunità ed i servizi rivolta a questa. 
Roma, 27 marzo 2017 



Interrogazione urgente a riposta orale in commissione da parte del: sen. Claudio Micheloni
Ai Ministri: degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dell'Economia e finanze
 

Premesso che:
 
l'interrogante ritiene urgente e necessaria una conoscenza reale del patrimonio immobiliare italiano nel Mondo nonché la sua migliore valorizzazione e adeguamento ai bisogni attuali delle Comunità Italiane all'estero;
già dal maggio 2014 l'amministrazione del MAECI avviava un piano di razionalizzazione immobiliare giustificando siffatto approccio in ragione del "generale indirizzo di spending review" lasciando intendere la sottesa volontà di operare un risparmio intervenendo sulla gestione degli immobili e sedi facente parte del patrimonio degli immobili all'estero;
lo stesso MAECI dal 2014 avrebbe evidenziato l'opportunità di "effettuare un'analisi benefici-costi dell'operazione" al fine di "valutarne la fattibilità" e questa consisterebbe nella preliminare acquisizione di "perizie di valore reperite localmente secondo quanto previsto dalla legge 183/11";
 
considerato che:
 
l'articolo 1, comma 426 del bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019 (Accantonamento di ricavi derivanti dalla dismissione d’immobili all’estero) prevede il mantenimento all’entrata dello stato, per ciascun anno del triennio 2017-2019, di una quota delle risorse derivanti dalla vendita di immobili all’estero;
la norma in commento modifica il comma 624 dell’articolo 1 della legge di stabilità per il 2016 (legge n. 208/2015), nei termini seguenti:
la lettera a) dispone l’incremento di somme che rimangono acquisite all’entrata del bilancio dello Stato portandole all’ammontare di 26 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018 ed estendendone l’acquisizione anche al 2019, nella misura di 16 milioni; 
Il comma 624 della legge di stabilità 2016 dispone che le maggiori entrate realizzate nel triennio 2016-2018 da dismissioni immobiliari operate dal MAECI, in attuazione dei commi
1311 e 1312 dell’art. 1 della legge finanziaria per il 2007, rimangono acquisite all’entrata del bilancio dello Stato nella misura di 20 milioni di euro per il 2016 e di 10 milioni per ciascun anno 2017 e 2018. A seguito della disapplicazione ad esse delle disposizioni del successivo comma 1314 tali somme non possono essere impiegate per rifinanziare la legge n. 477/1998 finalizzata a ristrutturazione e restauro degli immobili del demanio italiano all’estero;
si ricorda che il comma 1311 dell’art. 1 della legge finanziaria 2007 prevede che il MAECI si avvale dell’Agenzia del demanio per l’elaborazione di un piano di razionalizzazione del patrimonio immobiliare dello Stato ubicato all’estero. Il comma 1312 prevede che il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, sulla base di tale piano, individua con proprio decreto gli immobili da dismettere, anche per il tramite dell’Agenzia del demanio;
Il comma 1314 - del quale il comma 624 prevede la non applicazione limitatamente alle entrate di 20 milioni per il 2016 e 10 milioni per il 2017 e il 2018 - stabilisce che, compatibilmente con gli obiettivi di bilancio presentati in sede europea, il Ministro dell’economia e delle finanze, con proprio decreto, possa destinare una quota non minore del 30 per cento dei proventi delle operazioni di dismissione previste dal precedente comma 1312 al rifinanziamento della legge n. 477 del 1998, finalizzata alla ristrutturazione, restauro e manutenzione straordinaria degli immobili del demanio italiano ubicati all’estero;
la lettera b) novella il testo del richiamato comma 624 dell’articolo 1 della legge finanziaria per il 2016 giungendovi la previsione che, nelle more del versamento all’entrata del bilancio dello Stato delle somme individuate dalla lettera a), il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad accantonare e rendere indisponibile nello stato di previsione del MAECI la somma di 26 milioni di euro per ciascuna annualità 2017 e 2018, nonché la somma di 16 milioni per il 2019, al netto di quanto effettivamente versato in ciascuna annualità del triennio;
l’accantonamento è posto a valere sul finanziamento annuale all’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, iscritto in appositi capitoli dello stato di previsione del MAECI, previsto dall’art. 18, comma 2, lett. c) della legge n. 125/2014 (Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo);
lo stanziamento annuale rappresenta uno dei cinque canali di finanziamento dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, istituita dalla legge n. 125/2014. Gli altri canali sono costituiti dalle risorse finanziarie trasferite da altre amministrazioni, dagli introiti derivanti da convenzioni con soggetti pubblici o privati, da donazioni, lasciti e liberalità e dal 20 per cento della quota di diretta gestione statale dell’otto per mille (art. 47, comma 2 della legge n. 222/1985);
il programma avviato dal MAECI è stato accolto con preoccupazione dalle Comunità italiane in loco, a tal riguardo si segnala il lancio di varie petizioni a favore del mantenimento e la valorizzazione delle sedi;
in alcuni casi si è attivata una raccolta fondi per far sì che le stesse Comunità possano riacquistare gli immobili;
si chiede di sapere:
se il Ministro, in fase di elaborazione del piano di razionalizzazione, ha audito le Associazioni e gli organi di rappresentanza degli italiani all'estero al fine di evitare che il piano suddetto possa riscontrare forti opposizioni da parte delle Comunità interessate;
se il piano di razionalizzazione prevede il giusto riconoscimento alle Comunità italiane ivi residenti che in alcuni casi hanno collaborato economicamente e con forza lavoro alla nascita del patrimonio immobiliare dello Stato all'estero; 
cosa prevede il piano di razionalizzazione del patrimonio immobiliare dello Stato ubicato all’estero elaborato dell’Agenzia del demanio; 
cosa prevede il decreto del MAECI sugli immobili da dismettere, e quali immobili sono stati individuati;
se sia da valutare che una quota di quel 30 per cento dei proventi delle operazioni di dismissione oltre ad essere utilizzata per il rifinanziamento della legge n. 477 del 1998, finalizzata alla ristrutturazione, restauro e manutenzione straordinaria degli immobili del demanio italiano ubicati all’estero sia il caso di utilizzarla per mantenere una presenza stabile per la Comunità ed i servizi rivolta a questa;
se è possibile attuare un prezzo favorevole degli immobili nel caso in cui siano gli stessi rappresentanti delle comunità ad acquistare gli stessi;
 
Sen. Claudio Micheloni
 
 
 

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