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Notizie - Mondo
Lunedì 14 Novembre 2016 10:05

Vincono candidati vicini a Putin

En plein di Putin nelle elezioni presidenziali che si sono svolte ieri in due sue ex Paesi satelliti. In Bulgaria vince il generale filorusso Rumen Radev. E in Moldavia Igor Dodon

Sergio Rame  - ilgiornale.it

En plein della Russia nelle elezioni presidenziali che si sono svolte ieri in due sue ex Paesi satelliti.
Dopo la Bulgaria, dove ha vinto il generale filorusso Rumen Radev, ex comandante dell'aeronautica di Sofia, anche in Moldavia - stretta tra la Romania e l'Ucraina - è ad un passo dalla vittoria ufficiale delle presidenziali il candidato Igor Dodon, considerato vicino al presidente Vladimir Putin. Il leader del partito socialista è dato al 57,25%. La rivale filoeuropea Maia Sandu si sarebbe fermata al 42,75%.

Radev ha vinto le elezioni presidenziali che si sono svolte ieri nel paese balcanico. Il candidato del Partito socialista bulgaro (Bsp) ha ottenuto il 59,35 per cento dei consensi mentre la sua avversaria, la presidente del parlamento e candidata del partito di governo Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria, Tsetska Tsacheva, ha ricevuto solo il 36,17 per cento delle preferenze. La sconfitta della Tsacheva alle presidenziali sembra tradursi, inevitabilmente, in una crisi di governo dopo che ieri sera il premier bulgaro, Bojko Borisov, ha annunciato che rassegnerà le dimissioni in settimana.

Radev ha 53 anni e si è imposto nella politica bulgara cavalcando l'onda del malcontento, la lotta alla corruzione e la delusione dell'Unione europea. L'ex comandante delle forze aeree punta a un rafforzamento dei rapporti con Putin e cerca di bilanciarli con l'appartenenza all'Unione europea e alla Nato. "In queste elezioni la gente ci ha mostrato che qualcosa non va come dovrebbe andare. Le nostre priorità possono essere buone ma ce ne sono a quanto pare di migliori - ha commentato Borisov - quindi la cosa più democratica e più giusta da fare è dimettermi". Le dimissioni del premier porteranno con probabilità a elezioni anticipate, forse già a marzo.

Per la prima volta in 16 anni la Moldavia - colpita dalla piaga della corruzione - ha eletto direttamente il presidente che finora era nominato dal Parlamento. La piccola nazione, con solo 3,5 milioni di abitanti, è stretta tra l'ingombrante presenza della Russia di Putin e l'Occidente. L'affluenza è stata del 53,3%. E Dodon, ex ministro dell'economia sotto il governo comunista tra il 2006 ed il 2009, era già uscito in testa al primo turno del 30 ottobre con il 48%, seguito da Sandu, esponente di centro-destra, economista che ha lavorato per la Banca Mondiale.

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