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Notizie - Mondo
Martedì 01 Marzo 2016 22:01

“Strani” meccanismi di “lancio & abbandono” di certe notizie, anche le più efferate

Da troppo tempo, ormai, larga percentuale d’opinione pubblica non solo italiana s’è adattata, pare volentieri, a farsi gabbare da certi media che non informano secondo deontologia ma che, anzi, deformano se non nascondono. Gli “ordini di scuderia” emanati della turpe coppia USA-UE sono di mettere una foglia di fico davanti alla verità, nuda ma scomoda o, meglio, da zittire o rivestire con balle “ufficiali” grosse così che il minimo buon senso rimanderebbe al mittente, magari con una sonora pernacchia. Oppure, se proprio è impossibile oscurare la notizia o trovare la panzana adatta a mascherare, spiattellare d’un botto il vero per poi tacere il prosieguo.
La sconcia prassi coinvolge anche la “narrazione” delle tante atrocità perpetrate da jihādisti, riferite con penna, parola e metodo di velluto per non urtare la suscettibilità dei musulmani (integrati e/o integralisti) e dei filoislamici nell’Italietta rinnegata ed anti-se stessa. Così, una delle più recenti efferatezze compiute dai boy scouts dello pseudo Stato Islamico (Is, al-Dawla al-Islāmiyya) oppure Dāʿish o Daesh, dopo un primo lancio di costretta informazione, è finita nel dimenticatoio. Restandovi…

 

Un quartiere residenziale di Deir el-Zor coinvolto nei combattimenti.

Il 17 gennaio scorso agenzie, siti e media (con licenza, provvisoria, di… sbottonarsi) hanno riferito che, il giorno prima, alla periferia o nei pressi di Deir el-Zor (città nell’est della Siria di circa 203.000 abitanti, capoluogo del governatorato omonimo, chiamata talvolta Deir ez-Zor, Dayr az-Zawr, Deir al-Zur), in un’area strategica per il controllo di giacimenti e raffinerie di petrolio, 280 o 300 civili (in maggioranza anziani, donne e bambini) sono stati massacrati casa per casa dai feroci zombies dell’Is decapitandone, da sterchi avvezzi al loro credo inumano, almeno 150. I loro corpi, poi, sarebbero stati gettati nel fiume Eufrate mentre gli stessi infami avrebbero rapito più di 400 persone, tra cui familiari di militari fedeli al presidente siriano Baššār Ḥāfiẓ al-Asad. Questo è il rude sunto di quanto denunciato dall’Agenzia araba siriana di stampa (Sana) su testimonianze di scampati alle stragi ed ai rapimenti ed in seguito alle asserzioni dell’Osservatorio nazionale per i diritti umani siriano (che citava 135 morti, cioè 85 civili e 50 combattenti di Damasco).
Ebbene, dopo questi massacri e rapimenti succintamente rendicontati per atto dovuto (era talmente lapalissiana l’entità del misfatto, tra i tanti delle iene follintegraliste, che non poteva certo essere ignorata o minimizzata), i media-camerieri nazionali tal-dei-tali si sono degnati d’aggiornare su tanta barbarie? No, perché altrimenti si sarebbe rischiato di far apparire il “despota” siriano ed i suoi “accoliti” (militari e popolazione) eccessivamente vittime, come se, avendo a che fare con la scala degli orrori ampiamente rispettata dalla feccia di Abū Bakr al-Baghdādī, non lo fossero abbastanza.

 

Abū Bakr al-Baghdādī, preteso “califfo” dell'autoproclamato e sedicente Stato Islamico.

Realpolitik dettata da sordidi interessi economici/egemonici del “triumvirato” Stati Uniti d’America-Unione Europea-Stati del Golfo? O fumo negli occhi per accecare chi è già cieco, nel segno di “mamma (gli States) comanda, picciotto (l’Italietta subbube) obbedisce”? Mai come in questi tempi, comunque, per media-veline con tanto di nomi e cognomi, prezzolati di regime, vale il detto “il silenzio è d’oro”. Ecchissenesbatte di sterminati e rapiti in quel fazzoletto di Siria, così lontano dalle, tutto sommato, rassicuranti miserie morali nostrane e dall’indifferenza dei “professionisti del pacifismo”, evidentemente andati in pensione od in tutt’altre faccende affaccendati…

Claudio Beccalossi 

 
   
 

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Ultimo aggiornamento Martedì 01 Marzo 2016 22:11
 

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