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La storia di Gianni Loiacono, in arte Gianni Sax PDF Stampa E-mail
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Notizie - Arte
Domenica 20 Settembre 2015 00:36

La storia, sera dopo sera, di Gianni Loiacono, in arte Gianni Sax –
Volto, voce e musica abituali nelle mielose serate estive d’hôtel calabresi,
ricevette perfino i personali complimenti di Eugenio Bennato –

di Claudio Beccalossi

Dolci note tra battigia e scogli. Di Calabria. Sono quelle che propone con voce e sassofono, sera dopo sera estiva, l’artista da… sax bar Gianni Loiacono, per tutti (ovviamente) Gianni Sax. Dietro la sua consolle e rincorrendo basi musicali, alterna brani melodici ad altri latino-americani, “pezzi” tradizionali (anche in dialetto calabrese “stretto”) ed evergreens, nostalgie rétro e hit più up-to-date.

   

      Gianni Sax alla consolle con Claudio Beccalossi.

Giocando sornione con la clientela dell’albergo d’occasione o con gli avventori del piano bar tal-dei-tali, il cantante-sassofonista sciorina il suo repertorio prima di gettar l’amo agli onnipresenti patiti del karaoke, intonati o meno che possano essere. L’importante è dar e far spettacolo, anche coinvolgendo gli esibizionismi altrui che, tuttavia, per quanto rampanti, non riescono a scavalcare la quieta eleganza mai rompitimpani o volgare di Loiacono, per sua natura destinato a rimanere dietro le quinte delle giuste occasioni che, forse, avrebbero potuto dargli ben più meritate gratificazioni. Di successo e di compensi…
L’ambiente che conta ha girato attorno al suo mondo di musica, comunque mai di routine o d’abitudine, mai di noia (sua o degli altri), regalandogli piccoli squarci d’entusiasmo che conserva dentro come medaglie o diplomi. Tipo quel faccia a faccia con il cantante Eugenio Bennato (Napoli, 16 marzo 1948 e, quindi, quasi suo coetaneo) che rievoca parlando sottovoce, peccando di modestia. E che, proprio per questo suo aspetto schivo (che certo non s’addice a chi canta e suona davanti al pubblico più eterogeneo, sgranando il “rosario” delle serate-happening), inserisce in fondo alle note autobiografiche scritte a mano in cui si racconta sommariamente. Con la semplicità dei grandi…
 










Un foglio della sintetica autobiografia di Gianni Loiacono, scritta a mano (con una calligrafia più… femminile che maschile).

«Sono nato nel 1949 a Gioia Tauro, da padre calabrese e madre napoletana e sono il secondo di otto figli. – esordisce nero su bianco Gianni Sax – Fin da piccolino, avendo il papà pianista, violinista e fisarmonicista, sono cresciuto fra note musicali e sue esibizioni. Crescendo in questo contesto ho maturato anche io un forte amore per la musica. In tenera età ho impugnato le bacchette della batteria, strumento che da quel momento mi ha accompagnato fino alla collaborazione con altri grandi della musica. Per motivi di praticità e per le esigenze che la vita quotidiana richiedeva, ho dovuto abbandonare la carriera da batterista nel 1973. Nonostante questo, la mia passione per la musica è rimasta immutata, ma necessitavo di trovare uno strumento che avessi potuto suonare da solista».
«Fu così che un bel giorno ho deciso di dedicarmi allo studio del sassofono da autodidatta, uno strumento che, a mio avviso, grazie alle sue modulazioni sonore, è il più somigliante al timbro della voce umana, in quanto può smorzare le note, un po’ come avviene nel canto. Dopo che finalmente sono riuscito a suonare cinque pezzi per intero, li ho registrati su un CD che poi ho regalato ad una dottoressa che amava il sax. Tale dottoressa era la moglie del presidente del Rotary Club e quindi ha potuto invitarmi a fare una serata di piano bar a una festa privata organizzata lì nel club. Mi ricordo di averle risposto che con questi soli cinque pezzi non sarei riuscito a intrattenere gli ospiti per tutta la serata e lei mi ha detto: “Non ti preoccupare Gianni, quando finisci questi cinque pezzi li ripeti”. Ho quindi accettato l’invito con molta felicità, molto orgoglio, ma altrettanta umiltà e, fortunatamente, ho ottenuto un bel riscontro da parte delle persone invitate alla festa; è stato insomma un piccolo successo. Mi è venuta quindi l’idea di provare a continuare per questa strada, facendo cioè piano bar, ovviamente ampliando il mio repertorio musicale ed accompagnando la mia voce alla musica del sax. È per me un orgoglio il fatto che, nonostante non abbia mai frequentato il conservatorio, sia stato gratificato da persone che invece hanno un certo peso in ambito musicale, come quando Eugenio Bennato una volta mi disse: “Complimenti per il tuo lavoro, tu sei un musicista! Le persone come noi per fare venti canzoni vengono pagate fior di quattrini, tu invece per cento euro devi fare le canzoni di tutti”»   

Aiutaci a informarti meglio visitando il sito: www.rivista.lagazzettaonline.info

 

Ultimo aggiornamento Domenica 20 Settembre 2015 00:46
 

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