Il Papa: "Gli immigrati sono vittime dell'iniquità dell'economia che scarta e delle guerre" |
Notizie - Religione |
Domenica 21 Giugno 2015 05:21 |
Il pontefice: "Fa piangere vedere lo spettacolo di questi giorni in cui esseri umani vengono trattati come merce". Sulla crisi: "Non possiamo uscirne senza figli e nonni". Poi si raccoglie in preghiera davanti alla Sindone Orlando Sacchelli - ilgiornale.it Papa Francesco è a Torino per un incontro con il mondo del lavoro. Appena arriva nel capoluogo piemontese, prima ancora di rendere omaggio alla Sindone, il pontefice lancia un nuovo forte appello a favore dei migranti.
Il santo padre fa sentire la propria vicinanza anche a chi soffre per la mancanza di lavoro: "Esprimo la mia vicinanza ai giovani disoccupati, alle persone in cassa-integrazione o precarie; ma anche agli imprenditori, agli artigiani e a tutti i lavoratori dei vari settori, soprattutto a quelli che fanno più fatica ad andare avanti". "Il lavoro non è necessario solo per l’economia, ma per la persona umana, per la sua dignità, per la sua cittadinanza e per l’inclusione sociale". Il Papa aggiunge che "Torino è storicamente un polo di attrazione lavorativa, ma oggi risente fortemente della crisi: il lavoro manca, sono aumentate le disuguaglianze economiche e sociali, tante persone si sono impoverite e hanno problemi con la casa, la salute, l’istruzione e altri beni primari". Bisogna reagire con forza. A tal proposito il pontefice sferza banche e istituzioni: occorre "aprire concrete possibilità di credito con nuove iniziative, attivare un costante orientamento e accompagnamento al lavoro, sostenere l’apprendistato e il raccordo tra le imprese, la scuola professionale e l’Università". Ad ascoltare il Santo padre, seduti in prima fila, l’ad di Fca Sergio Marchionne, Lavinia Elkann, moglie di John che si trova negli Stati Uniti per lavoro, il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, il sindaco di Torino, Piero Fassino, i vertici delle associazioni di categoria e rappresentanti del mondo sindacale. "No alle collusioni mafiose, alle truffe, alle tangenti, e cose del genere", tuona Bergoglio. "Siamo chiamati a ribadire il no all’idolatria del denaro, che spinge ad entrare a tutti i costi nel numero dei pochi che, malgrado la crisi, si arricchiscono, senza curarsi dei tanti che si impoveriscono, a volte fino alla fame. Siamo chiamati a dire no alla corruzione, tanto diffusa che sembra essere un atteggiamento, un comportamento normale. Ma non a parole, con i fatti. Solo così, unendo le forze, possiamo dire no all’inequità che genera violenza. Don Bosco - ricordato il Papa che con la sua visita celebra anche il secondo centenario del fondatore dei salesiani - ci insegna che il metodo migliore è quello preventivo: anche il conflitto sociale va prevenuto, e questo si fa con la giustizia". "I figli e i nonni sono la ricchezza di un popolo. Non possamo uscire dalla crisi senza di loro". A tale scopo il Papa chiede chiede un patto sociale e generazionale. E fa riferimento "all’esperienza dell’Agorà, che state portando avanti nel territorio della diocesi, per mettere a disposizione dati e risorse, nella prospettiva del fare insieme, è condizione preliminare per superare l’attuale difficile situazione e per costruire un’identità nuova e adeguata ai tempi e alle esigenze del territorio". Secondo Francesco, "è giunto il tempo di riattivare una solidarietà tra le generazioni, di recuperare la fiducia tra giovani e adulti. Questo implica anche aprire concrete possibilità di credito per nuove iniziative, attivare un costante orientamento e accompagnamento al lavoro, sostenere l’apprendistato e il raccordo tra le imprese, la scuola professionale e l’Università". "Siate artigiani del futuro, siate coraggiosi!", dice il Papa. "Ecco alcune cose principali che volevo dirvi. Aggiungo una parola che non vuole essere retorica: 'coraggio!'. Non significa: rassegnatevi, ma al contrario: osate, siate coraggiosi! Per questo prego e vi accompagno con tutto il cuore. Il Signore vi benedica tutti e la Madonna vi protegga. Grazie. E pregate per me!". Concluso l’incontro col mondo del lavoro il Santo padre ha fatto ingresso nel vicino Duomo di San Giovanni, dove dallo scorso 19 aprile è esposta la Sindone. Si è raccolto in preghiera per alcuni minuti poi, dopo il segno della croce, si è alzato e si è avvicinato alla teca che custodisce la reliquia toccandola con la mano destra. Aiutaci a informarti meglio visitando il sito: www.rivista.lagazzettaonline.info |
Ultimo aggiornamento Domenica 21 Giugno 2015 06:03 |
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