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Il Teatro “Giorgio Strehler – Teatro d’Europa” PDF Stampa E-mail
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Notizie - Arte
Domenica 28 Dicembre 2014 21:39

“COLPO D’OCCHIO” IN LARGO GREPPI

Suggestione avveniristica per patiti e profani

Milano – Un enclave culturale guardato dalla Madonnina si può comodamente raggiungere in metropolitana,  servendosi della linea M2 che unisce Cologno Nord-Gessate ad Assago-Abbiategrasso.
Dalla stazione Centrale, ad esempio, imboccata la direzione Assago-Abbiategrasso, dopo le fermate Gioia, Porta Garibaldi, Moscova, si scende a Lanza Brera – Piccolo Teatro per poi sbucare nelle immediate vicinanze del Teatro “Giorgio Strehler” – Teatro d’Europa, intitolato, appunto, al celebre regista teatrale italiano Strehler (Barcola, Trieste, 14 agosto 1921 – Lugano, Svizzera, 25 dicembre 1997), in Largo Greppi 1, con una capienza di 892 posti.
Progettato da Marco Zanuso e completato nel 1998, fa parte della “terna”  del “Piccolo Teatro di Milano” assieme al Teatro “Grassi” (ubicazione storica, in via Rovello 2, capienza 488 posti) e Teatro “Studio” – Melato, dedicato all’attrice scomparsa Mariangela Melato (luogo sperimentale con scuola di teatro, in via Rivoli 6, capienza 406 posti). Insieme, costituiscono l’ossatura del primo teatro stabile italiano, diventato “Teatro d’Europa” per decreto ministeriale del 1991.
L’insieme teatrale venne fondato nel primo dopoguerra da Paolo Grassi, Giorgio Strehler, Mario Apollonio, Virgilio Tosi e Nina Vinchi. La Giunta municipale di Milano deliberò, il 26 gennaio 1947, il riadattamento dell’ex cinema “Broletto” di via Rovello in contenitore teatrale denominato “Piccolo Teatro della Città di Milano”, con gestione diretta da parte del Comune stesso meneghino.
Fu inaugurato il 14 maggio 1947 con l’allestimento de “L’albergo dei poveri” dell’autore russo Maksim Gor’kij, pseudonimo di Aleksej Maksimovič Peškov (Nižnij Novgorod, 28 marzo 1868 – Mosca, 18 giugno 1936).
Avviando una propria peculiare attività, il “Piccolo Teatro” intendeva proporsi come “teatro d’arte per tutti” mettendo in cartellone titoli di risonanza internazionale nel rispetto del classico e della tradizione. Con questi stimoli è stato prodotto anche il sempre attuale e riofferto “cavallo di battaglia” dello spazio creativo, cioè l’“Arlecchino servitore di due padroni” ragionato da Giorgio Strehler (sulla matrice de “Il servitore di due padroni” di Carlo Goldoni) presentato per la prima volta il 24 luglio 1947.
Sorto quale teatro cittadino per Milano, il “Piccolo Teatro” si divincolò ben presto da lacci e lacciuoli locali per calcare palcoscenici sempre più internazionali.
Giorgio Strehler tenne le redini artistiche del teatro fino alla sua scomparsa, mostrando i muscoli caparbiamente (e spesso con clamorose polemiche) per farlo vivere al meglio. Fin dagli anni Sessanta Strehler immaginava un teatro diverso, polivalente. Ma non riuscì a vedere il  “nuovo  Piccolo  Teatro”, terminato nel 1998, destinato a prendere il suo nome ed inaugurato con la messa in scena di “Così fan tutte” di Wolfgang Amadeus Mozart curata dal regista scomparso prima che la morte, sopraggiunta nella notte di Natale del 1997, non ne fermasse l’estro.
Nel corso della sua articolata carriera, Strehler intraprese la strada connessa all’esperienza teatrale italiana ed europea, pertinente alle teorie novecentesche dell’arte drammatica ed alla “scuola”, ad esempio, di Bertolt Brecht, Antonin Artaud e Louis Jouvet, con particolare riguardo all’utilizzo dello spazio scenico, dei ritmi spettacolari e degli effetti dell’illuminazione.
In sintesi forse irrispettosa, Giorgio Strehler fu un esponente della “regia critica”. Insieme a Jack Lang, nel 1990 fondò l’Unione dei Teatri d’Europa e nello stesso anno gli fu attribuito il Premio “Europa” per il Teatro. Nella sua biografia figurano la carica di senatore della Repubblica Italiana e di parlamentare europeo del Partito Socialista Italiano, con rielezione al Senato nel 1987 nelle liste della Sinistra Indipendente.
Morì a Lugano (Svizzera), dove abitudinariamente amava ritirarsi, nel quartiere di Castagnola. I funerali di Giorgio Strehler attirarono a Milano una folla di estimatori ed autorità e s’avviarono dall’indirizzo teatrale “storico” di via Rovello. Le sue ceneri sono custodite nel cimitero della città natale, Trieste, in  cui  i genitori (dai cognomi Strehler e Lovrich) gli “trasferirono” peculiarità mitteleuropee avendo origini viennesi e balcaniche.   
Il “contenitore teatrale madre” di via Rovello 2 è stato sottoposto ad un restauro per portare, tra l’altro, a 488 i posti disponibili della sala e ad un palcoscenico più pratico. Inizialmente non era stata preventivata la cura conservativa del relativo chiostro, però l’individuazione di affreschi del Quattrocento di “paternità” risalente a Bramante od a Leonardo hanno quasi costretto ad occuparsi anche di quest’area, con relative opere concluse nel dicembre 2009.
Per certi versi avveniristico nel suo massiccio e prorompente affacciarsi su Largo Greppi, il Teatro “Strehler” – Teatro d’Europa costituisce un felice “colpo d’occhio” per chiunque (abituati o meno a “familiarizzare” con la struttura) ed uno stimolo visivo alla conoscenza, al di là di facili o scontate definizioni del termine stesso di “teatro”…

Claudio Beccalossi

 

 

 


 

 

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