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Il Sen. Claudio Micheloni sulle ultime vicende COMITES PDF Stampa E-mail
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Notizie - Brasile
Venerdì 14 Novembre 2014 14:50
Senatore Claudio Micheloni
A tutti i circoli del PD all'estero
(indirizzi in mio possesso)





Al Segretario del PD e Presidente del Consiglio Matteo Renzi
Al Ministro per le Riforme costituzionali e rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi
Al Capogruppo PD Senato Sen. Luigi Zanda
Al Capogruppo PD Camera On. Roberto Speranza
Al Vicesegretario del PD On. Lorenzo Guerini
Al Senatore Giorgio Tonini
All'Onorevole Vincenzo Amendola
Al PD Mondo
 
Carissime e carissimi tutti,
con questa mia lettera intendo rivolgermi ai circoli e agli iscritti del mio Partito: a voi desidero manifestare innanzitutto il mio apprezzamento per il lavoro che svolgete con grande impegno e passione, e in particolare per tutto ciò che state facendo per il rinnovo dei Comites.
Vi scrivo anche perché ritengo opportuno, e doveroso da parte mia, che siate informati direttamente sulle questioni più urgenti e attuali, e perché considero necessario ascoltare direttamente da voi, e non da chi presume di parlare per voi, le vostre opinioni in materia.
La decisione di spostare la data delle elezioni dei Comites al 17 aprile 2015 è giunta all’ultimo momento utile. Io la considero molto positiva, senz’altro un primo passo nella direzione giusta e non un punto d’arrivo, ma una scelta comunque necessaria, e tutt’altro che facile.
Fin dal primo momento l'impegno del CQIE Senato e dello stesso gruppo PD Senato è stato fermo e costante, affinché il processo elettorale si potesse svolgere in maniera democratica e trasparente, e voglio ringraziare in particolare i Senatori Giorgio Tonini e Luigi Zanda. A questo impegno si sono aggiunte l'onestà intellettuale e la sensibilità politica del nuovo Ministro Gentiloni, che ha assunto tale decisione a pochi giorni dalla sua nomina.
Dobbiamo profondere il massimo sforzo per cogliere questa opportunità, anche perché oggi l’impegno per restituire senso ed efficacia ai Comites assume ancora più di prima il senso di una sfida fondamentale per tutelare i diritti dei cittadini italiani residenti all’estero.
Questa vicenda ci chiama anche a riflettere sui limiti e gli errori della nostra azione politica, sulla complessità dei problemi che dobbiamo affrontare e sugli strumenti con i quali ci attrezziamo per farlo, altrimenti si rischia di lavorare a vuoto o fare danni. Inoltre, rischi a parte, sostenere che c’è un tempo per lavorare e uno per pensare o discutere significa non solo mostrare scarso rispetto per l’intelligenza altrui, ma anche per la propria.
Cercherò quindi di sottoporvi una ricostruzione corretta, naturalmente dal mio punto di vista, degli accadimenti politici di questi ultimi mesi relativi alle elezioni dei Comites.
Nel mese di Agosto, con decreto del Ministro degli Affari Esteri, sono state indette le elezioni dei Comites per il 19 Dicembre; in seguito è stata introdotta una nuova modalità di voto, attraverso la formazione degli elenchi degli elettori: si tratta della cosiddetta opzione al contrario, in virtù della quale gli aventi diritto al voto devono fare richiesta di iscrizione agli elenchi per poter poi votare. Tale norma è stata inserita maldestramente all'articolo 10 del Decreto Missioni, con il quale si rinnovano gli impegni internazionali del nostro Paese, sottoposto a voto di fiducia. L'iter di tale decreto ci ha visti impegnati in due letture, una alla Camera, dove non rimane traccia di opposizione all'articolo suddetto, e l'altra al Senato.
Qui, a causa dei tempi ristretti per l'approvazione del decreto, non ci è stata data alcuna possibilità di cambiare la norma, il che però non ci ha impedito di presentare un ordine del giorno (G 10.1), firmato da tutti i componenti del CQIE Senato e approvato dall'Aula con 162 voti favorevoli e 4 contrari.
Con l'ODG si impegnava il Governo a: 1) prevedere limiti temporali ragionevoli per la creazione dell'elenco degli elettori, non inferiori a sei mesi; 2) organizzare il voto nei due mesi successivi alla chiusura dell'elenco; 3) trasferire nel 2015 i fondi oggi disponibili nel bilancio del MAECI per l'organizzazione del voto nel 2014.
Le motivazioni dell'ODG erano e sono evidenti, e potete verificarle nel testo che vi allego.
Successivamente all'approvazione dell'ODG, non avendo avuto nessuna risposta da parte del Governo, abbiamo presentato una interrogazione urgente in Commissione Affari Esteri del Senato, nella quale si ribadiva la posizione già presa dall'Aula del Senato con l'ODG e in più si sottolineava la necessità di una informazione completa e tempestiva degli aventi diritto sulle nuove modalità di voto, tema a proposito del quale il MAECI si era precedentemente impegnato ad inviare via posta, adeguate informazioni ai capifamiglia degli iscritti A.I.R.E..
A circa sei giorni dalla scadenza della presentazione delle liste ci risultava, da informazioni dei cittadini, che tale lettera non era ancora arrivata; ulteriori informazioni, provenienti dal territorio, ci segnalavano che nei principali Consolati Europei il numero delle iscrizioni all'elenco degli elettori si aggirava intorno a poche centinaia. Era pertanto evidente che la costituzione degli elenchi elettorali, con la tempistica e le modalità previste, non poteva rappresentare effettivamente la platea di elettori volontari, ponendo seriamente a rischio l'esercizio di un diritto costituzionale. Da quel giorno, nonostante tali e tante evidenze, nulla è accaduto: ciascuno ha continuato a sostenere le proprie posizioni, di certo legittime ma impermeabili ai dati di fatto che emergevano giorno per giorno, senza lasciare spazio a dubbi sul disastro di partecipazione e sulla conseguente delegittimazione cui si andava inesorabilmente incontro. Giunti alla scadenza della presentazione delle liste, ci siamo trovati di fronte ai seguenti dati di fatto: in Europa 56 liste presentate su 50 Comites (in 15 Comites nessuna lista, in 21 una sola); in America Meridionale 46 liste presentate su 26 Comites (in un Comites nessuna lista, in 14 una sola); in America Settentrionale e Centrale 20 liste presentate su 18 Comites (in 4 Comites nessuna lista, in 10 una sola); in Africa Asia e Oceania 13 liste presentate su 14 Comites (in 4 Comites nessuna lista, in 7 una sola). Come ognuno può giudicare, una situazione pessima nei dati complessivi, ulteriormente peggiorata dal fatto che in 24 circoscrizioni consolari non è stata presentata nessuna lista (nel 2004 avvenne in tre casi), e in altre 48 una sola (nel 2004 furono 36). Inoltre, al 19 ottobre, in diversi casi le famose lettere non erano ancora arrivate. Sarebbe questo il ripristino della democrazia che per anni abbiamo invocato? Non direi. Si è comunque scelto di continuare come nulla fosse fino alla scadenza successiva, quella per l'iscrizione degli aventi diritto agli elenchi elettorali, prevista per il prossimo 19 Novembre. A differenza di coloro che ancora oggi sostengono che si sarebbe dovuto aspettare il minuto successivo alla chiusura degli elenchi per aver contezza della partecipazione a venire, ci siamo permessi di chiedere un monitoraggio della percentuale di iscritti in tutto il mondo, che all'8 di Novembre risultava oscillare attorno al 2%. Con dati del genere non sarebbe stato possibile parlare di "rinnovo dei Comites", bensì della loro distruzione.
Quale forza contrattuale, quale legittimità sostanziale avrebbe avuto la rappresentanza di vaste comunità di milioni di cittadini esercitata sulla base di una manciata di voti? La mia opinione è che così non si costruisce la rappresentanza, ma una sua triste e inutile simulazione; a quanto pare, non tutti la pensano così.
Per questo ho deciso di contrastare pubblicamente tale deriva, attirandomi accuse di opportunismo e personalismo che non mi turbano particolarmente, se non per l'evidente intento di mistificare la realtà e nascondere le proprie responsabilità. Non ho intenzione di rispondere a polemiche fondate sul destino individuale mio o altrui, meno che mai in questa occasione, poiché considero tale argomento del tutto irrilevante. Ritengo invece opportuno ricordare alcuni ulteriori aspetti di questa vicenda, perché possono tornare utili ad impostare un lavoro futuro più efficace e rispondente agli interessi dei cittadini. Tutti noi conosciamo, e non da oggi, l'urgenza e la necessità di porre mano a una riforma complessiva della rappresentanza, a una ristrutturazione della rete consolare che riprenda il filo della spending review ad invarianza dei servizi, ad una politica di promozione e valorizzazione dell'italianità, a cominciare dai capitoli della lingua e cultura italiana nel mondo, che ci permetta di archiviare la stagione dei tagli lineari e di aprire quella di una programmazione coerente degli strumenti e degli obiettivi. Sono argomenti diversi tra loro, i quali necessitano di spazio e tempo adeguati per essere approfonditi, che tuttavia ci pongono un problema comune e prioritario: quello della direzione politica.
Finché si continuerà ad avere un atteggiamento subalterno nei confronti dell'amministrazione del MAECI, per cui ci si lamenta a parole dei tagli ma ci si impegna solo per salvaguardare alcuni capitoli di spesa, quelli che riguardano gli interessi corporativi che si nascondono dietro alcune sigle sindacali, e non altri, non si va da nessuna parte. Le risorse sono scarse e in diminuzione, certo, ma si possono trovare: a patto di contrastare metro per metro la tendenza a difendere i privilegi tuttora esistenti, e soprattutto di avere una visione d'insieme che permetta di individuare le priorità che corrispondono agli interessi generali.
L'anno scorso, quando al Senato siamo riusciti a trovare nel percorso parlamentare di approvazione della Legge di Stabilità le risorse che oggi consentono di svolgere le elezioni dei Comites, all'interno dei 5 milioni di euro recuperati per i capitoli di spesa riguardanti gli italiani all'estero, ho detto chiaramente, in una riunione del CGIE in cui tutti avevano riconosciuto quei risultati come insperati, che io e gli altri senatori del PD ci ritenevamo profondamente insoddisfatti sia della situazione generale che del nostro lavoro, perché ben altre erano le necessità e i nostri obiettivi di fondo. Quest'anno la Legge di Stabilità è incardinata alla Camera: lungi dal dare lezioni, non dubito che i colleghi deputati sapranno fare molto meglio di noi. C'è però un tema che non attiene alle capacità degli individui, ma alla qualità dell'azione collettiva, la sola che può davvero dare risultati positivi: la volontà politica, che è come il coraggio di Don Abbondio. Vogliamo aprire un confronto vero sui nostri obiettivi di fondo, sulle riforme cui ho accennato sopra? Sono pronto a dare il mio contributo, purché non si eluda una questione che è quanto di più lontano dal personalismo: quella della direzione politica del PD Italiani nel Mondo, che oggi è assente. Tornando agli eventi di queste ore, mi sembra che continui a manifestarsi una sindrome autolesionista: tutti d'accordo, oggi, sulla riapertura dei termini per le iscrizioni negli elenchi degli elettori, ma non sulla riapertura dei termini per la presentazione delle liste. Come si può sostenere una posizione del genere? A mio avviso, se si ragiona secondo logica politica e principi democratici non si può. Così com’è ovvio che il lavoro svolto deve essere salvaguardato e che liste e firme presentate entro la scadenza precedente rimangono valide, altrettanto evidentemente si dovrebbero riaprire i termini di presentazione delle liste, e certo non solo laddove non ne risulta alcuna, per un motivo molto semplice: non è vero che non c'è relazione tra la presentazione delle liste e la registrazione degli elettori. Se mancano motivazioni e tempi sufficienti per esercitare l'elettorato attivo, altrettanto vale anche per quanti possono essere interessati all'elettorato passivo, a maggior ragione se ci si pone l'obiettivo del rinnovamento. Tuttavia, esiste il rischio concreto che la riapertura dei termini per le liste non sia possibile, per motivi tecnico-giuridici che sono in corso di approfondimento. Sono abituato a rispettare tanto i principi democratici quanto lo stato di diritto, pertanto, qualora fosse possibile superare tali ostacoli in sede di conversione del decreto, e il decreto approdasse al Senato, presenterò un emendamento ad hoc; se il decreto arriverà alla Camera, saranno i colleghi deputati a decidere come agire. L'impegno che oggi sento di poter garantire, da parte mia, da parte del CQIE nella totalità dei suoi componenti e da parte del gruppo PD Senato, è che faremo tutto il possibile affinché questa opportunità venga sfruttata nel migliore dei modi. Credo sia molto importante che il principio dell'opzione inversa, e dunque i costituendi elenchi degli elettori, siano resi validi anche per le elezioni politiche, così da incentivare ancor più le iscrizioni e contrastare la comprensibile demotivazione degli elettori a fronte del rinnovo dei Comites: di questo abbiamo investito la Commissione Affari Costituzionali del Senato, impegnata nella riforma della legge elettorale, affinché provveda nelle prossime settimane. E' bene ricordare che l'elenco degli elettori e l'introduzione dell'opzione inversa sono innovazioni che chiediamo da molti anni, essendo l'unica strada per regolare il voto per corrispondenza e prevenire, o quanto meno contenere, le possibili manipolazioni, a patto che siano garantiti tempi ragionevoli e risorse adeguate per informare tutti.
Chiudo questa mia lunga lettera innanzitutto ringraziandovi per l'attenzione, pregandovi di girarla a tutti i componenti dei vostri circoli e di farmi conoscere le vostre opinioni. Salutandovi con affetto e stima, vi assicuro che, fino a quando avrò il compito di rappresentare gli Italiani all'Estero in Senato, cercherò di farlo con tutta l'umiltà,
l'onestà e la determinazione che servono.
 
Roma, 14 novembre 2014
 
Claudio Micheloni

Senato della Repubblica Italiana
Palazzo Madama - 00186 R O M A
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__________________________________________

Interrogazione in Commissione Affari Esteri
Al Ministro degli Affari Esteri

Premesso che:
il precedente rinvio delle elezioni per il rinnovo dei Comites, era giustificato esclusivamente dalla esigenza di predisporre una riforma organica del settore che potesse dare maggiore legittimità a questi organismi di rappresentanza degli Italiani all’estero;
senza un preventivo confronto e discussione nelle commissioni parlamentari competenti, con decreto legge 1° agosto 2014, n. 109 recante proroga delle missioni internazionali all'articolo 10 sono state introdotte nuove disposizioni per il rinnovo dei Comitati degli Italiani all'estero con l'ammissione al voto, che avverrà per corrispondenza, dei soli elettori che abbiano fatto pervenire all'ufficio consolare di riferimento domanda di iscrizione nell'elenco elettorale;
in data 18 Settembre 2014 con messaggio ministeriale il  Ministro Federica Mogherini ha autorizzato  le Ambasciate e i Consolati d'Italia ad indire le elezioni dei Comitati degli Italiani all'estero, ai sensi dell'articolo 15, comma primo, della legge 23 ottobre 2003, n. 286,  attraverso propri decreti;
le elezioni si dovrebbero svolgere il 19 dicembre prossimo, senza che, alla luce del nuovo sistema di accesso al voto,   vi sia un ragionevole lasso di tempo che consenta una dovuta  informazione e i tempi tecnici per la predisposizioni di tutti gli adempimenti necessari;
l'indebolimento della funzione dei Comites da un lato, e la riduzione dei servizi garantiti dalla rete consolare dall'altro (nonostante le garanzie previste dal criterio dell'invarianza dei servizi, purtroppo disatteso), rischiano di lasciare campo libero all'opera di soggetti privati i quali, come è stato ampiamente dimostrato da diverse inchieste, non danno alcuna garanzia di terzietà e di efficienza dei servizi;
ad oggi si è a conoscenza dell'operato sul territorio di strutture di varia natura che si stanno adoperando nel reclutamento della documentazione, in alcuni casi già in loro possesso, per l'iscrizione degli aventi diritto nell'apposito elenco così da influenzare in modo determinante la qualità e la tipologia degli stessi elenchi di fondamentale importanza si rischia ad elezioni concluse di snaturare la stessa rappresentanza;
alla vigilia di importanti riforme costituzionali, una bassa percentuale di votanti rischierebbe di aprire polemiche pretestuose sull'esistenza stessa degli organi di rappresentanza e sulla permanenza della circoscrizione estero in seno al Parlamento italiano;
la criticità è infatti da sempre data dal reperimento dei dati dei connazionali che saranno chiamati a iscriversi nell'elenco degli elettori, non essendo ancora stato predisposto un unico elenco elettorale,
 
sollevata l'urgenza di una informazione totale degli aventi diritto il sottosegretario Mario Giro si è impegnato affinché il Ministero degli Affari Esteri inviasse lettera di informazioni sulle nuove modalità di voto ai capifamiglia degli iscritti A.I.R.E.;
ad  oggi, a circa sei giorni dalla scadenza della presentazione delle liste, da informazioni dei cittadini, suddetta lettera non è ancora arrivata impedendo di fatto il diritto fondamentale alla partecipazione;
da ulteriori informazioni ci segnalano che nei principali Consolati Europei il numero delle iscrizioni all'elenco degli elettori si aggirano intorno alle poche centinaia;
la costituzione del cosiddetto elenco degli elettori con la tempistica e le modalità con cui viene prospettata oggi, rischia di non rappresentare effettivamente la platea di elettori volontari, ponendo a rischio l'esercizio di un diritto costituzionale;
considerato che;
in sede di approvazione del  decreto-legge 1° agosto 2014, n. 109, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché disposizioni per il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero, è stato approvato - con 162 voti favorevoli e 4 contrari -  l' Ordine del Giorno G10.1 a prima firma dell'interrogante con cui il Governo si  impegna;
a)  a prevedere limiti temporali ragionevoli per la creazione dell'elenco degli elettori, non inferiori a sei mesi,
b) ad organizzare il voto nei due mesi successivi alla chiusura dell'elenco,
c) a trasferire nel 2015 i fondi oggi disponibili nel bilancio del MAE per l'organizzazione del voto nel 2014.
si chiede di sapere;
 quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda assumere al riguardo
 
I Senatori:
Tonini, Micheloni, Giacobbe, Di Biagio, Turano

_______________________________________________________________

Ordine del Giorno n. G 10.1 al DDL n. 1613

G 10.1
Il Senato,
premesso che:
il provvedimento in esame contiene, all'articolo 10, norme per il rinnovo mediante elezione dei Comitati degli italiani all'estero (Comites), già ripetutamente differito da precedenti decreti-legge per ben quattro anni;
la norma di cui all'articolo 10 rappresenta una forzatura, essendo inserita in un decreto di fondamentale importanza sulle missioni internazionali, così come anche rilevato in sede di discussione delle Commissioni riunite Affari esteri, emigrazione e Difesa si è espresso un certo sconcerto per l'introduzione nel decreto delle norme sulle elezioni dei Comites, che sono evidentemente prive di omogeneità con il resto del provvedimento. Tale scelta manifesta la difficoltà da parte del Governo di delineare una convincente linea strategica nella gestione della rappresentanza politica degli italiani all'estero, che produce interventi spesso non coordinati fra di loro e privi di un ragionamento complessivo sul rapporto tra i Comites e i parlamentari eletti all'estero;
chi desidera partecipare al voto dovrà registrarsi compilando un apposito modulo. Ciascuna circoscrizione consolare indicherà i recapiti per la restituzione che potrà avvenire per posta ordinaria, per posta elettronica, via fax o di persona. Il modulo, compilato e sottoscritto, con una copia di un documento di identità allegata, deve arrivare al Consolato di riferimento entro i 30 giorni antecedenti la data delle elezioni;
la costituzione del cosiddetto elenco degli elettori, da anni auspicato da parte di tutti i rappresentanti istituzionali e non, con la tempistica e le modalità con cui viene prospettata oggi, rischia di non rappresentare effettivamente la platea di elettori volontari, ponendo a rischio l'esercizio di un diritto costituzionale;
ad oggi si è a conoscenza dell'operato sul territorio di strutture di varia natura che si stanno adoperando nel reclutamento della documentazione per l'iscrizione degli aventi diritto nell'apposito elenco così da influenzare in modo determinante la qualità e la tipologia degli stessi elenchi di fondamentale importanza si rischia ad elezioni concluse di snaturare la stessa rappresentanza;
la puntualità e l'efficacia dei servizi offerti dalle Ambasciate e i Consolati, già indebolite dai tagli di bilancio apportati negli ultimi anni –ad oggi il tempo medio di attesa per un appuntamento raggiunge i quattro mesi– saranno ulteriormente compromesse a causa dei tempi contingentati previsti per il rinnovo dei Comites;
da tempo, e da più parti, si è avviato un confronto col Governo proprio per cercare di avere più tempo per le elezioni e per la preregistrazione, con la proposta di indire le elezioni quest'anno e tenerle nel primo semestre del 2015, utilizzando le somme stanziate dal Governo per il 2014 per avviare una opera di informazione efficace del corpo elettorale e assicurare la formazione di elenchi elettorali basati su dati certi;
oggi, alla vigilia di importanti riforme costituzionali, una bassa percentuale di votanti rischierebbe di aprire polemiche pretestuose sull'esistenza stessa degli organi di rappresentanza e sulla permanenza della circoscrizione estero in seno al Parlamento italiano;
da anni è stata segnalata l'urgenza di una riforma dei Comites, che oggi avrebbe consentito di operare una revisione complessiva e coerente del sistema di rappresentanza, anche alla luce della riforma costituzionale;
l'assenza di una seria volontà riformatrice e i diversi rinvii accumulati hanno di fatto depotenziato i Comites e umiliato l'impegno dei volontari che ne consentono la sopravvivenza, al punto che da più parti si discute dell'opportunità stessa della loro esistenza;
l'indebolimento della funzione dei Comites da un lato, e la riduzione dei servizi garantiti dalla rete consolare dall'altro (nonostante le garanzie previste dal criterio dell'invarianza dei servizi, purtroppo disatteso), rischiano di lasciare campo libero all'opera di soggetti privati i quali, come è stato ampiamente dimostrato da diverse inchieste, non danno alcuna garanzia di terzietà e di efficienza dei servizi;
considerato che:
il contenuto del presente ordine del giorno è stato deliberato all'unanimità dai membri del Comitato per le questioni degli italiani all'estero;
impegna il Governo:
ad avviare immediatamente la realizzazione dell'elenco degli elettori, garantendo informazioni adeguate a tutti i cittadini aventi diritto;
a prevedere limiti temporali ragionevoli per la creazione dell'elenco degli elettori, non inferiori a sei mesi;
ad organizzare il voto nei due mesi successivi alla chiusura dell'elenco;
a trasferire nel 2015 i fondi oggi disponibili nel bilancio del MAE per l'organizzazione del voto nel 2014.
 
 

 
 
Ultimo aggiornamento Venerdì 14 Novembre 2014 15:01
 

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