Template Tools
Martedì, 16 Aprile 2024
JAN LANGOSZ, OLTRE LA CORTINA DELLA MUSICA. PDF Stampa E-mail
Valutazione attuale: / 2
ScarsoOttimo 
Notizie - Arte
Giovedì 26 Giugno 2014 04:02

L’avventurosa vicenda umana ed artistica d’un ex tedesco di nazionalità polacca ed ex apolide che ottenne (anche) la cittadinanza italiana

di Claudio Beccalossi

 Il 28 novembre 2013 ricorreva il decimo anniversario della scomparsa del musicista Jan Langosz, polacco “adottato” da Bardolino, centro enoturistico del lago di Garda. Nato il 13 maggio 1923 a Węgry, paese altoslesiano nelle vicinanze di Opole, in Polonia, Giovanni Bonifacio (detto Jan) Langosz ha saputo trasformare in musica anche i suoi “ultimi” 80 anni. E’ stato accompagnato in chiesa ed al cimitero del centro lacustre, infatti, dalla “sua” colonna sonora, dalle note composte per un Requiem esclusivo, da grande artista che non s’è piegato alla piccola morte.
 Langosz aveva festeggiato i suoi “pulsanti” 80 anni nella cittadina gardesana d’adozione, quasi in malinconica sordina anche per colpa d’uno spauracchio di salute dal quale stava lentamente riprendendosi. Giusto in tempo per recarsi, la sera del 31 luglio, in piazza a Rovigo, in qualità d’ospite d’onore, al concerto del Corpo bandistico folk con majorettes di Quaderni, diretto dal maestro Domenico De Rossi, nell’ambito dell’Estate rodigina 2003. Concerto in cui furono proposti quindici brani composti od arrangiati da Langosz specificatamente per la banda di Quaderni.
L’evento è stato un’occasione d’oro, purtroppo definitiva, per ripercorrere pure i tratti salienti della biografia non solo artistica di Jan Langosz, avvincente come una pièce teatrale dai tanti colpi di scena, affondi nel nazismo costretto compresi.

GLI ANNI DELLA GUERRA

 Agli studi al Ginnasio polacco di Bytom, iniziati nel ’33, Jan accostò lezioni private di musica presso il locale Conservatorio tedesco per poter sostenere gli esami annuali in pianoforte, organo, armonia, composizione e direzione corale. Già allora iniziò a comporre significativi saggi di vocazione, tipo un’adolescenziale “barcarola” (musica o canto di tipo ternario, il cui ritmo di 6/8 imita il dondolio, appunto, della gondola). Ma la guerra prese il sopravvento sugli entusiasmi musicali e nel settembre 1939, con la Polonia invasa dai nazisti e la conseguente chiusura del Ginnasio polacco di Bytom, Langosz dovette tornare a casa per poi essere assunto quale organista e direttore del coro parrocchiale di Budkovice. E’ di quel tempo la suonata per organo intitolata “Serenata mistica”. Il buon salario che guadagnava gli permetteva d’aiutare il fratello maggiore Jozef, a sua volta studente di musica a Vienna e destinato ad una luminosa carriera di solista di tromba in Germania se non avesse finito i suoi giorni combattendo sul fronte del Don.
 La quieta parentesi tra Budkovice ed Opole durò poco per Jan, reclamato dalla Wehrmacht in quanto cittadino tedesco di nazionalità polacca. Con la divisa nazista venne inviato a combattere, tra il ’41 ed il ’44, in Francia, Norvegia, Olanda, Russia ed Italia. Fu ferito ben cinque volte di cui una in modo particolarmente grave. Ed anche nelle snervanti attese e nell’acceso furore delle battaglie, Langosz non rinunciò a comporre musica rielaborando, ad esempio, le canzoni popolari altoslesiane che, poi, trascrisse per orchestra sinfonica e banda. Tra il ’44 ed il ’45, nel corso dei combattimenti sul fronte Anzio-Nettuno, cadde in mano degli americani e, dopo un breve periodo di prigionia, si arruolò volontario nel II° Corpo polacco (dell’VIII^ Armata britannica ai comandi di Bernard Montgomery) in Italia del generale Władysław Anders. Nelle formazioni opposte a quelle iniziali, perciò, svolse funzioni da osservatore d’artiglieria ed assunse necessariamente una nuova identità (nome, cognome, luogo e data di nascita) per tutelarsi in caso di cattura da parte dei tedeschi. Se fosse stato fatto prigioniero e riconosciuto da loro, infatti, sarebbe subito finito davanti ad un plotone d’esecuzione come disertore. Nel II° Corpo polacco, così, divenne ufficialmente Bronisław Opoleanski e, il 21 aprile 1945, fu tra i primi ad entrare a Bologna liberata dai nazifascisti.

Archiviata la guerra con i gradi di sergente, tra il ’45 ed il ’47 fece ancora parte del Corpo polacco tra le truppe d’occupazione in Italia. Contribuì a riformare l’orchestra-banda della Brigata Karpacka diventandone vicemaestro sostituto ed autore di arrangiamenti e marce militari. Nell’aprile del ’47 si sposò a Garda, nell’omonimo lago, con Pierina (destinata a finire i suoi giorni proprio nelle acque benacensi, giallo o noir velato di mistero), ben deciso a rimanere nel Belpaese. Un mese dopo venne smobilitato il Corpo polacco insediato nella fatal Predappio ed i superiori militari inglesi proposero ai polacchi in congedo di decidere tra quattro scelte: il ritorno nella Polonia dai nuovi confini e sotto il regime comunista, la permanenza in Italia, l’emigrazione in Argentina od in Australia, l’arruolamento volontario in Palestina sotto gli israeliani. Langosz optò per l’Italia, persuaso dei rischi a tornare in Polonia: il governo comunista, infatti, considerava “fascisti” i membri del II° Corpo polacco e gli sprovveduti ex soldati che rimpatriavano, dopo essere stati consegnati a Vienna dagli inglesi, venivano “girati” ai sovietici perché li deportassero in Siberia. Il duplice ruolo da combattente (con i tedeschi e con gli alleati), comunque, fece meritare a Jan Langosz varie onorificenze militari: da parte della Germania le Croci di I^ e II^ Classe e tre medaglie per ferite riportate in battaglia. Per azioni di guerra in Italia, inoltre, la Croce di merito del II° Corpo polacco e la Croce di merito dell’VIII^ Armata inglese.

L’ARRAMPICATA VERSO IL SUCCESSO

 Anche dopo il matrimonio l’ambizione musicale premeva sempre di più e, con la moglie rimasta a Garda, si trasferì a Milano per imboccare vie di carriera che, però, passavano attraverso gli inevitabili, primi periodi di difficoltà. Ma la voglia d’emergere era tanta e, in pochi anni, arrivò a mete lusinghiere: nel ’53 venne chiamato a dirigere l’orchestra a Radio Milano, fece debuttare (con presentazione alla radio di Febo Conti) un inedito quartetto vocale, chiamato Quartetto Langosz, che per la prima volta in Italia era misto ed anticipò perfino l’entrata di Lucia Mannucci nel Quartetto Cetra. A Lugano, in Svizzera, venne premiato con la Citara d’oro quale uno dei migliori arrangiatori d’Europa. Iniziò la collaborazione con Luciano Beretta, paroliere chiamato ad un roseo futuro: l’accoppiata Langosz-Beretta portò il motivo “La nostra follia”, cantata da Achille Togliani, al Festival di Ancona conquistando il primo posto. E dopo, sempre insieme, scrissero musica e parole di apprezzate canzoni dedicate al lago di Garda.
 L’attività proseguì di pari passo con l’affermazione professionale. Dal ’57 Langosz incise i primi dischi con una propria orchestra, rivestì incarichi di direttore artistico presso Case discografiche (come La voce del padrone), lavorò per l’American Vox e, tra il ’56 ed il ’58, arrangiò il primo disco LP con brani partenopei (“Fantasia napoletana”) che scalò le classifiche di vendita in Giappone e negli Stati Uniti. Jan Langosz diresse orchestre in quattro edizioni del Festival della canzone italiana di Sanremo (nell’ultima occasione Iva Zanicchi cantò “La notte dell’addio”) ed in sei appuntamenti del Festival mediterraneo di Barcellona, in Spagna. Fu direttore dell’orchestra radiofonica di Radio Praga durante il Festival Coppa d’Europa di Gmunden, in Austria, trasmesso per la prima volta in Eurovisione. Per anni partecipò alla commissione di selezione dello Zecchino d’oro, rassegna canora per bambini dell’Antoniano di Bologna, e fu proprio lui a coniare la denominazione Piccolo coro dell’Antoniano diretto da Mariele Ventre.
 I 31 anni di carriera trascorsi a Milano permisero la realizzazione di 3.320 esecuzioni tra incisioni discografiche, concerti con propria orchestra ed arrangiamenti per terzi. Registrò fiabe (in collaborazione con gli attori del Piccolo teatro di Milano e con testi di Luciano Beretta), l’Antologia della canzone italiana dal 1840 (addirittura) in poi, pubblicata in undici LP. Scrisse musiche per films e caroselli, arrangiò brani di successo (ad esempio, la canzone “E se domani” cantata da Mina).
 Nel 1969 Jan Langosz divenne socio della Siae (Società italiana degli autori ed editori) dopo vent’anni d’iscrizione. Nel ’70, a Garda, gli venne conferito il Ciclamino d’oro per la musica accanto a Carla Fracci (per la danza) ed a Febo Conti (per la televisione). Trasferitosi definitivamente nel ’78 da Milano a Bardolino, sempre sul lago di Garda, con Loredana (ex allieva, poi collaboratrice ed infine moglie) fondò il Cab (Centro artistico di Bardolino) e s’occupò della direzione, degli arrangiamenti e delle  composizioni  originali  della  Filarmonica  di  Bardolino,  delle bande  di Peschiera del Garda e di



Caprino Veronese, del coro Cima Val Dritta di Malcesine. E, con entusiasmo, organizzò la prima edizione del Festival internazionale “Città di Bardolino” dapprima per pianisti e chitarristi e, in seguito, pure per cantanti di Lieder e per fisarmonicisti. Un festival che s’impose all’attenzione, anche internazionale, per serietà e competenza e che arrivò a far partecipare più di trecento concorrenti per edizione. Vicissitudini economiche altalenanti, però, troncarono nel ’91 la vita del festival che ottenne perfino l’iscrizione nel prontuario dell’Onu quale una delle manifestazioni musicali più significative a livello mondiale.

SENZA MAI DEMORDERE

 Dall’86, comunque, Jan Langosz intraprese una febbrile attività di scambi culturali tra l’Italia e la Polonia e viceversa, stipulando un particolare accordo con il ministero della Cultura e delle Arti di Varsavia. Le iniziative interessarono orchestre, bande, cori e singoli musicisti ed anche per tali aspetti relazionali e promozionali il ministro della Cultura e delle Arti polacco, Aleksander Krawczuk, nell’87 conferì a Langosz la prestigiosa onorificenza all’Ordine del merito culturale nella sede dell’ambasciata della Repubblica popolare di Polonia, a Roma.
 Nel ’92 Jan e la moglie furono tra i cofondatori dell’Associazione culturale Prospettive della quale lo stesso Langosz venne eletto presidente fino alla chiusura dell’attività, nel ’94. Dopo la cittadinanza italiana, ottenuta nel 1959, a Langosz, nel ’93, venne concessa la cittadinanza polacca da parte dell’allora presidente della Repubblica di Polonia, Lech Wałęsa.
 Produttivo e creativo fino all’ultimo, compose musiche ed arrangiamenti per la Banda folk con majorettes di Quaderni di Villafranca e per la Schola Cantorum SS. Nicolò e Severo di Bardolino oltre a contribuire alla crescita di cori, orchestre e scuole di musica polacche. Nel ’97 l’assessore alla Cultura del Comune di Milano invitò Langosz a collaborare con la Fisorchestra di Cinisello Balsamo su indicazione diretta di Carlo Alberto Rossi (l’autore della celeberrima canzone “E se domani”). E nel marzo 2001 l’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Verona promosse presso il Teatro Camploy uno spettacolo interamente dedicato alla sua carriera: dal lontano ieri fino al… giorno prima, cioè, d’un patrimonio musicale che s’è guadagnato un personalissimo posto nella storia…
          

Bibliografia:

• “L’uomo dai mille volti” (articolo di Claudio Beccalossi su “L’Arena” del 12 novembre 1985)
• “Il sergente musicista” (articolo di Claudio Beccalossi su “Veronasette” del 6 luglio 1990)
• Claudio Beccalossi - “Jan Langosz, musica e dintorni… Sintesi d’una vita che non avrebbe potuto essere diversa” – Documenti (Pubblicazioni dell’Associazione Culturale Economica Orizzonti – Aceo) – S.i.p. Verona – Febbraio 2001 

 

 

 

 

Ultime Notizie

“The melody book”
“the melody book” il viaggio in musica all’interno di un... Leggi tutto...
“From Avana to Palermo”
“Brass In Jazz 2023 - 2024” Jorge Luis Pacheco con... Leggi tutto...
A Selinunte la pianista Kwanyee Chan
PALERMO CLASSICA WINTER SEASON 2023/2024   Al Parco Archeologico di... Leggi tutto...
Brass Youth Jazz Orchestra
Viaggio nel magico mondo dei cartoons con le musiche di Disney   In scena... Leggi tutto...

Rivista La Gazzetta

 
Edizione 41
La Gazzetta 41
 

40 | 39 | 38 | 37 | 36 | 35 | 34 | 33 | 32

31 | 30 | 29 | 28 | 27 | 26 | 25 | 24 | 23

22 |