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Sabato, 18 Maggio 2024
Caos a Marassi, polizia entra in campo. PDF Stampa E-mail
Scritto da Giuseppe Arno   
Martedì 12 Ottobre 2010 18:03


Annullata la partita tra Italia e Serbia.

Tensione altissima allo stadio di Genova per l'incontro tra l'Italia e la Serbia, valevole per la qualificazione agli Europei di calcio. Fumogeni e petardi. Portiere serbo minacciato. Interviene la polizia in campo. Alle 21.20 inizia la gara. Poi lo stop definitivo deciso dall'arbitro.

Genova - Una serata di ordinaria follia. Niente a che vedere con lo sport. Scene di guerriglia allo stadio Marassi di Genova: dalle tribune fitto lancio di petardi e fumogeni da parte dei tifosi serbi: l'inizio della partita tra Italia e Serbia slitta per più di mezzora. Tafferugli anche prima del match. Alle 21.15 un gruppo di giocatori della Serbia, guidati dall'interista Stankovic, va sotto gli spalti per cercare di calmare i tifosi spiegando loro che se avessero continuato la partita sarebbe stata persa a tavolino per 3-0. Alle 21.20 i giocatori tornano in mezzo al campo per gli inni. Quello serbo viene coperto da fischi fortissimi. Il clima resta molto teso. Ma le autorità decidono di far giocare lo stesso. Fischio d'inizio. Si gioca qualche minuto e poi di nuovo stop. La partita salta. Lo ha deciso l'arbitro. Non ci sono le condizioni per andare avanti.

La Figc: ha deciso l'arbitro "La partita è stata chiusa definitivamente dall'arbitro (lo scozzese Craig Thomson, ndr), dopo il secondo lancio di fumogeni perché ha detto che non riteneva più garantita la sicurezza dei giocatori in campo". Lo ha spiegato Antonello Valentini, direttore generale della Federcalcio, ai microfoni della Rai. "Ora la palla passa al delegato Uefa che dovrà fare il suo rapporto" ha aggiunto.  

Portiere serbo minacciato Non c'era il portiere titolare Vladimir Stoikovic, nella formazione della Serbia che avrebbe dovuto affrontare l'Italia: era stato lui stesso a chiedere di non scendere in campo, dopo che alcuni ultras serbi al seguito della squadra lo avevano minacciato incrociandolo fuori dall'albergo e avevano tentato l'assalto al pullman della squadra.

Niente blitz della polizia La decisione delle forze dell'ordine di non intervenire con una "carica" nella curva occupata dai tifosi serbi sarebbe stata dettata dalla preoccupazione di evitare "scontri violenti che sarebbero potuto degenerare". Il non intervento sarebbe stato deciso anche per tutelare la sicurezza degli altri spettatori che erano allo stadio e che sarebbero potuti rimanere coinvolti negli scontri.

La paura del portiere Viviano "Era impossibile giocare in quella porta, avrei dovuto stare sempre girato per evitare i fumogeni. Sinceramente prenderne uno in testa non mi avrebbe fatto piacere". Viviano, portiere della nazionale azzurra, ha raccontato così le fasi più calde degli incidenti che hanno portato all'annullamento della partita.

Incidenti fuori dallo stadio Alla sospensione della gara i tifosi serbi posizionati nel settore 6 hanno abbandonato per la maggior parte il loro posto e sono usciti nella zona di filtraggio. Fuori dallo stadio però ad attenderli c'erano un centinaio di tifosi italiani. Inevitabile il lancio da entrambe le parti di bottiglie e fumogeni. Alcuni tifosi serbi inoltre hanno scavalcato i tornelli cercando lo scontro fisico. Le forze dell'ordine in tenuta antisommossa hanno formato un cordone divisorio utilizzando anche i mezzi blindati.
ilgiornale.it

 

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