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Intervista a Geraldo Meridio. PDF Stampa E-mail
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Notizie - Interviste
Venerdì 11 Ottobre 2013 01:48


Meridio in famiglia


Roma li, 10 Ottobre 2013

Siamo al telefono con il dr. Gerardo Meridio Coordinatore nazionale del MIR “Moderati Italiani in Rivoluzione”, lo abbiamo sottratto ai suoi impegni per qualche minuto per una breve intervista.
 
D: - Dr. Meridio, il MIR è consapevole della grave crisi economica che sta colpendo la nostra Repubblica da ormai alcuni anni e che sta provocando pesantissimi riflessi su realtà imprenditoriali significative e con esse sta mettendo a rischio il lavoro di tante persone?
R: Assolutamente si. L’Italia è nella morsa di una gravissima contrazione economica che sta inducendo disagi non solo economici a famiglie ed imprese, ma disagi anche sociali. Il nostro sistema sta togliendo la dignità ai cittadini. Questa è la crisi peggiore che stiamo vivendo.

D: - Quali sono le strade che intende intraprendere il Movimento che Lei rappresenta per garantire il lavoro, quale bisogno primario per la dignità di ogni persona?
R: - Siamo concreti. il nostro Presidente Prof. Avv. Gianpiero Samorì, prima di essere un politico è un imprenditore. Quindi conosce bene e personalmente le dinamiche del sistema lavoro. Bisogna innanzitutto riaprire il mercato del credito. Dobbiamo garantire liquidità alle imprese che, altrimenti, non escono dall’impasse che si è creato e rimangono come un criceto nella sua ruota. Senza credito le aziende sono obbligate a continuare a licenziare. Senza credito la percentuale della disoccupazione continuerà ad aumentare e le famiglie non avranno più la possibilità di veder garantiti i loro diritti principali, quali ad esempio salute,  alimentazione, istruzione.

D: - Nel programma del MIR la cultura del lavoro trova un punto di forza imprescindibile e necessario per garantire a tutti un avvenire certo?
R: Assolutamente si. Il lavoro non solo nobilita l’uomo. Il lavoro rilancia l’economia del Paese. Ne è motore e carburante allo stesso tempo. L’Italia ha importanti capacità produttive e moltissimi talenti, l’Italia è tra i dieci maggiori esportatori al Mondo. Esportiamo intelligenza ed opportunità. Dobbiamo creare lavoro in Italia. Dobbiamo dare spazio alle nostri menti e ai nostri talenti, qui nella loro terra d’origine, creando le condizioni affinché si possano esprimere. Ma per farlo bisogna invertire la rotta. La riapertura del credito è un primo strumento importante, che va accompagnato da importanti riduzioni dei costi della politica a partire dalle più alte istituzioni che devono dare l’esempio. Si pensi ad esempio che i costi del Quirinale corrispondono ai costi  dell’Eliseo e Buckingham Palace sommati. Poi è necessario aumentare gli stipendi dei lavoratori, in questo modo si riattivano i consumi, le aziende riprendono ad assumere e si rilancia l’economia. Purtroppo assistiamo invece al continuo aumento di tasse, ma abbiamo superato un punto di rottura, se la gente non lavora, non consuma, le aziende non assumono non ci sarà più nessuno che potrà pagare le tasse.
Per questo serve ridurre il costo del lavoro, non è possibile che più della metà dello stipendio di un lavoratore vada in tasse..

D: - Senza tornare su analisi, responsabilità, fattori esogeni che hanno accentuato la difficoltà del sistema economico e produttivo italiano, il MIR come intende dare celeri e concrete risposte a cittadini e imprese?
R: il MIR ha già avviato un’importante azione a favore di famiglie ed imprese. Ad Agosto abbiamo depositato in Cassazione un progetto di legge di iniziativa popolare per la quale inizieremo nei prossimi giorni un raccolta firme su tutto il territorio nazionale, per ottenere che tutte le banche italiane mettano a disposizione di famiglie ed imprese, ad un tasso di interesse massimo dell’1,5%,  il 50% delle somme che ricevono dalla BCE.

D: - Il MIR uscendo dalla fase prepolitica ed entrando nell’arena della politica come intende avviare la fase di crescita sostenibile e di reperire fondi in entrata?
R: E’ assolutamente urgente e necessario abbattere il debito pubblico. Innanzitutto dobbiamo ottenere la riduzione dei costi Istituzionali, partendo dal Quirinale ma incidendo poi su tutti i livelli di Istituzione, dallo Stato alle Pubbliche Amministrazioni. L’esempio della massima istituzione costringerebbe tutti i partiti e le istituzioni ad un eguale e doveroso comportamento. Le risorse come sopra ricavate pari all’incirca  a 900-1.000 miliardi di euro ivi compresi i risparmi, oltre che a finanziare diversi modelli di sviluppo economico, dovranno da subito consentire una significativa riduzione del carico fiscale specie a favore di lavoratori ed imprese, per favorire così la ripresa dei consumi, senza la quale l’intero settore industriale rischia di scomparire.

D: - In questi giorni la politica italiana sta dando il peggio di se, incertezza e mancanza di scelte sono le peggiori alleate di un sistema economico che deve uscire da una profonda crisi, pensa che il MIR possa essere quel laboratorio politico di idee per un nuovo approccio politico a cui guardare nel futuro?
R: il MIR rappresenta novità e concretezza. Sullo scenario politico attuale, il Prof Samorì è il vero elemento di novità. Pragmatismo, preparazione, competenza, coraggio e determinazione sono la sua forza che è la nostra forza. Soprattutto il coraggio di denunciare i fattori che hanno portato al fallimento del sistema Italia. E da questi partire per ricostruire la stabilità e il benessere collettivo. Gli elettori hanno bisogno di questo. Hanno bisogno di tornare a credere nella politica e di sentirsi rappresentati. Il MIR vuole dare risposte concrete alle loro esigenze.

D: - E se sì come e con quale strumenti?
R: dopo le scorse elezioni politiche a febbraio, personalmente sono stato impegnato a strutturare il MIR in tutto il territorio nazionale. Oggi siamo presenti nel 90% dell’Italia. Per dialogare coi cittadini, ascoltandone soprattutto le richieste e le esigenze. Sono questi il nostro punto di partenza. Presenza, attenzione, ascolto e attività.

D: - Non c’è politico che in ogni tribuna sciorina il problema giovanile come problema primario, ma poi concretamente tutto rimane allo status quo. Il MIR, quali provvedimenti CONCRETI intende portare avanti, visto che ha un suo Sottosegretario che lo rappresenta?
R: il nostro Sottosegretario Walter Ferrazza è peraltro molto giovane, e molto spesso si trova a dialogare coi giovani. I numeri della crisi del lavoro , soprattutto giovanile, parlano chiaro: il 39,5% sono disoccupati, con un aumento del 4,3% rispetto al 2012. Molto è già stato fatto dall’ esecutivo di cui fa parte Ferrazza: all’1 giugno è già stato investito un miliardo per start up giovanili, finanziamenti di progetti no profit e tirocini formativi. Non bastano. Le Autonomie e gli Enti Locali hanno un ruolo fondamentale nel reperimento di risorse per investire sui giovani. Su questo abbiamo l’attenzione e l’impegno  del nostro Sottosegretario. I giovani sono il nostro investimento, perché costruiranno il nostro futuro. L’invito che  il nostro sottosegretario rivolge ai giovani é: “formatevi, crescete culturalmente, e appassionatevi alla politica, che ha bisogno di voi”.

D: - Un altro annoso problema che ingessa il paese è il farraginoso sistema fiscale, quali misure intende mettere in campo il MIR per salvaguardare il diritto al lavoro e alleggerire la pressione fiscale sulle imprese ossatura del nostro Paese?
R: il problema è che in Italia abbiamo consentito alle banche di risanare se stesse anziché famiglie ed imprese.  Dobbiamo cambiare il sistema per aumentare il potere di spesa delle famiglie, aumentando le retribuzioni basiche ad  almeno  1.750,00 euro netti/mese, prendendo i soldi dagli organi istituzionali, dalle banche e dalle fondazioni.  
Dobbiamo inoltre lavorare sugli stipendi dei top manager:  la BCE e lo Stato intervengono consentendo a tutti quelli che godono di rendite di posizione in Aziende che sarebbero tecnicamente fallite senza l’intervento del pubblico, di avere  profili retributivi che sono esagerati. Questo sistema va rivoluzionato.
Così come va rivoluzionato il sistema di tassazione. E’ sbagliato calcolare la ricchezza partendo dai redditi. Ci sono persone con bassi redditi ma con patrimoni enormi. Bisogna tassare i patrimoni. Una persona che denuncia 300.000 euro all’anno gliene rimangono 150.000. E’ l’equivalente di quello che rendono 3 milioni di euro investiti in BTP che non pagano pressoché niente. Noi dobbiamo rivalutare i redditi, soprattutto quelli bassi. E dobbiamo infine introdurre una patrimoniale, una tantum, per chi dichiara  patrimoni netti superiori ai dieci milioni di euro.

D: - Dr. Meridio non possiamo che lasciarci parlando del tema che è lo spauracchio dei cittadini. Il MIR, come pensa di mettere mano al sistema fiscale italiano, per rendere più armonioso il rapporto tra cittadino e fisco, Dr. Meridio.... quando in una orchestra uno degli elementi stona tutta l’Orchestra a fine esibizione esce tra i fischi. Conviene con me?
R: certo, mi trova perfettamente d’accordo. E’ necessario cambiare sistema impositivo renderlo più semplice e giusto. Oggi tra le varie imposte tasse ecc. arriviamo a superare il 60 % e ciò costringe anche all’evasione fiscale. Sarebbe meglio adottare una tassa unica che al massimo sia del 30%  e vedrete che nessuno evaderà più, a quel punto si potrebbe usare solo la moneta elettronica e punire severamente gli evasori.
Serve una rivoluzione e noi l’abbiamo già intrapresa. Concludo con una frase, semplice ma significativa… “quando la goccia è entrata nella roccia, è solo questione di tempo”.

Grazie per averci concesso suoi preziosi minuti e spero di poterLa incontrare presto de visu per approfondire quelle tematiche che per i tempi ristretti non abbiamo potuto sciorinare.


Intervista di Maurizio Compagnone
(Opinionista della Gazzetta italo brasiliana)
al dr. Gerardo Meridio
Coordinatore Nazionale del MIR
Moderati Italiani in Rivoluzione

 

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